M’APPELLE MOHAMED ALI
di Dieudonné Niangouna
traduzione e regia Margherita Ortolani
con Ibrahima Deme
luci Gabriele Gugliara
assistente tecnico Mbemba Camara
musica e suono Roberto Cammarata, Moussa Sangaré
scene e costumi Souleymane Bah, Vito Bartucca
training pugilato Chadli Aloui
comunicazione Agnese Gugliara, Moussa Koulibaly
documentazione foto/video: Bassi Dembele, Alessandro Lopes, Laura Scavuzzo
Mohamed Ali, il più grande pugile di tutti tempi. Il campione del mondo. Attraverso una scrittura senza compromessi che non rinuncia all’ironia, l’autore congolese Dieudonné Niangouna intreccia la leggenda di Cassius Clay a una parola poetica che mette in scena il senso dell’essere africano oggi, la sfida dell’uomo di cultura che indossa con orgoglio la propria identità. Il teatro come ring, come atto di resistenza. Il testo, nella sua versione italiana, è affidato al corpo e alla voce di un giovane attore della Costa d’Avorio che incarna tutta la fragilità e la forza di un’azione – prendere parola in scena, come nella vita –
che è, soprattutto oggi, sfida e lotta quotidiana.
Lo spettacolo nasce all’interno del progetto
DIVERSE VISIONI#2, un programma di formazione e inclusione destinato a giovani rifugiati e richiedenti asilo, incentrato sull’apprendimento delle arti e dei mestieri
dello spettacolo dal vivo.
Con il supporto di UNHCR/INTERSOS, la collaborazione
del Piccolo Teatro Patafisico e il Patrocinio dell’Assessorato alle CulturE del Comune di Palermo