TERRAMATTA

di Vincenzo Rabito
con Stefano Panzeri
Regia stefano Panzeri
Luci Giuliano Almerighi
Produzione Teatro del Buratto – Milano
Straordinaria autobiografia scritta tra il 1968 e il 1975 da un bracciante siciliano semianalfabeta del 1899 e caratterizzata da una lingua dura, grezza, infarcita di “sicilianismi”. Lo spettacolo racconta i primi 19 anni di Vincenzo: la famiglia, la fame, la chiamata alle armi nella I guerra Mondiale, la vita in trincea, la tragedia della battaglia e la disillusione della vittoria. Uno spettacolo in cui si ride e ci si commuove, rivivendo il “dietro le quinte “ di avvenimenti che hanno segnato la nostra storia: un attore, una sedia e musica… nient’altro.
«Vivace, irruenta (sic), non addomesticabile, la vicenda umana di Rabito deborda dalle pagine della sua autobiografia. L’opera è scritta in una lingua orale impastata di “sicilianismi”, con il punto e virgola a dividere ogni parola dalla successiva. Rabito si arrampica sulla scrittura di sé per quasi tutto il Novecento, litigando con la storia d’Italia e con la macchina da scrivere, ma disegnando un affresco della sua Sicilia così denso da poter essere paragonato a un Gattopardo popolare. L’asprezza di questa scrittura toglie la speranza di vedere stampato, per la delizia dei linguisti, questo documento nella sua integralità. “Il capolavoro che non leggerete”, così un giurato propone di intitolare la notizia sull’improbabile pubblicazione di quest’opera.»
(Motivazione del Premio Pieve – Banca Toscana[2])
Il testo dello spettacolo è tratto dal libro Terra matta (a cura di Evelina Santangelo e Luca Ricci), Giulio Einaudi Editore, 2007
Testo vincitore del «Premio Pieve», nel 2000 conferito a inedite opere diaristiche, memorialistiche ed epistolari.